Project Description

EMANUELA SETTI CARRARO

“Io ti reputo fortunato, perché hai tutti questi ricordi. Io rispetto e invidio il tuo passato. Quando sarò tua moglie, farò anch’ io parte di questo Stato. Anche se in minima parte, aggiunge. Noi dobbiamo ricordare, dice ancora, quelli che lavorano onestamente per lo Stato, e quelli che sono morti”

“Determinata nella sua scelta, ha dimostrato grandezza, coraggio e forza morale,perché aveva sposato tutto il programma, tutti gli ideali di Carlo Alberto, non solo l’uomo.”

Ricordo della madre, Antonia Setti Carraro da “Le Lettere della figlia a Carlo Alberto dalla Chiesa”

Antonia Setti Carraro (Sorella, matricola 13513) Memorie di una crocerossina 1940-1946 Carità e tormento

“Eravamo ricchi solo di ricordi e di forza di volontà. Cominciammo la vita a due con un letto, due seggiole, un tavolo e una cucina economica. E presto vennero i nostri figlioli. A loro insegnammo che solo l’amore è la forza che muove il mondo e che l’odio serve soltanto a creare la violenza. Fummo spesso tremendamente soli ed emarginati, incompresi e criticati ma riuscimmo a far capire, almeno ai nostri figli, che i morti, e specialmente quelli sacrificati alla Patria, dovevamo ricordarli portandoli con noi giorno per giorno, ora per ora. In tal modo essi finiscono con il far parte del nostro essere e tornano a vivere attraverso noi. E’ questa in definitiva l’unica vittoria sulla morte, che ci è permessa quaggiù, fino al giorno felice in cui ci ritroveremo.”

EMANUELA – RICORDI

C’è sempre stato un fiore nei momenti più importanti della tua vita. Quando hai conosciuto Carlo Alberto, c’era un garofano rosso. Quando ho saputo di aspettarti, stringevo tra le mani una rosa rossa. Era gennaio. A Borgosesia il cielo era pulito, la notte piena di stelle.

E l’altro fiore, quando potrò mai dimenticarlo? La piccola crocerossina salì i gradini del palco, si avvicinò sorridendo, e, porgendo un garofano, disse: “Questo è per lei, generale”. L’uomo in divisa arrossì, nascose il fiore in tasca e mormorò: “Grazie”. Io ero lì, alle radici di un sentimento. Ma non lo sapevo.

“Pace! Pace!”. Se ti leggevo una favola, doveva essere per forza a lieto fine. Non ammettevi che la storia si concludesse male, per nessuno. Papà se ne preoccupava: “Questa bambina non avrà una visione del mondo troppo idilliaca?”.

Antonia Setti Carraro Ricordi, Emanuela, Rizzoli, 1983

10 gennaio 1980

Ho fatto mio quanto dice Sant’Agostino, non più giovane, ma non ancora diventato santo: “L’ultimo giorno della battaglia non ti trovi né prigioniero né vinto, semmai caduto nella trincea nemica”. Lavoriamo in Croce Rossa con tanto entusiasmo.

11 marzo 1980

“Continua il freddo, ma io sento già la primavera che si fa avanti. Forse la conservo sempre nel fondo del cuore….”

18 marzo

Diceva Santa Caterina: “Tenete in alto il cuor vostro e fate che sia come lampada che arda”. Se fossi vissuta anch’io nel Trecento sarei andata con lei ad Avignone, ma ora contro questo Stato anche Santa Caterina cosa potrebbe fare? Ci sarebbe tanto bisogno di una testimonianza, di una santa e di un olocausto. Forse allora le cose cambierebbero.

Emanuela Setti Carraro